Con un comunicato congiunto, le associazioni di categoria dell’artigianato (Confartigianato, Cna e Casartigiani e Claii) e i sindacati dei lavoratori (Cgil, Cisl, Uil) denunciano l’insufficienza delle risorse Le risorse previste dal decreto “rilancio” sono insufficienti e ancora bloccate. Per queste ragioni chiedono al Governo: l’immediata disponibilità delle risorse stanziate per poter erogare le
prestazioni di aprile; lo stanziamento di ulteriori risorse per le mensilità di maggio e giugno e la proroga dell’ammortizzatore sociale per le imprese che hanno esaurito le giornate di sospensione disponibili.
L’artigianato dell’Emilia-Romagna è rappresentato da circa 33.000 imprese e 135.000
lavoratori e lavoratrici occupati.
Il settore sta subendo contraccolpi importanti dalla crisi prodotta dall’emergenza Covid19: i numeri parlano da soli: 25.500 accordi di sospensione (FSBA: Fondo Bilaterale obbligatorio perché previsto dal d.lgs. 148/15 per l’integrazione del reddito) che hanno coinvolto 85.000 lavoratori.
Il Fondo solidarietà bilaterale alternativo per l’artigianato (FSBA) ha erogato con tempestività, solo a marzo, prestazioni di sostegno al reddito per il valore di 250 milioni di euro, utilizzando anche le proprie risorse accantonate, derivanti dai versamenti delle imprese regolari, fornendo una risposta concreta e in tempi rapidi ai lavoratori delle imprese artigiane a prescindere dalla loro dimensione.
“Evidenziamo che molte sono le imprese in Italia, il 20% di quelle presenti in Emilia-Romagna che, nonostante l’obbligo di versamento contributivo al Fondo fosse previsto da una legge dello Stato e integrato dalla contrattazione collettiva, hanno totalmente evaso i contributi destinati all’ammortizzatore sociale, determinando di conseguenza un grave deficit di risorse”.
La decretazione d’urgenza ha stabilito che il Fondo pagasse le sospensioni anche delle imprese che non erano regolari. Purtroppo, a fronte dell’impegno di tutte le risorse accantonate da FSBA, il
Governo ha contribuito con risorse (prima stanziando solo 60 milioni di euro, poi con il decreto “rilancio” stanziando 765 milioni di euro) assolutamente insufficienti a coprire il fabbisogno considerata l’eccezionalità della crisi: a oggi sono state trasferite solo in piccola parte le risorse al Fondo Nazionale FSBA non consentendo il pagamento ai lavoratori sospesi delle indennità da aprile in poi.
“Siamo di fronte al paradosso per il quale chi ha evaso un obbligo contributivo previsto dalla Legge, mettendo in atto anche negli anni passati una palese e scorretta concorrenza sleale non pagando i costi contrattuali e contributivi sostenuti dalla maggior parte delle imprese, beneficia delle stesse condizioni di chi rispetta i contratti e gli accordi: è come se un soggetto tenuto ai versamenti Inps per gli ammortizzatori non avesse mai versato la contribuzione e potesse in ogni caso avvalersi del beneficio senza essere sanzionato”.
É ormai inderogabile un intervento istituzionale che sia in grado di garantire la piena applicazione degli accordi sottoscritti, legittimati dal d.lgs. 81/15 in termini di sicurezza sul lavoro e dal d.lgs. 148 in termini di tutela del reddito, che assegni alla bilateralità contrattuale (regolamentata anche dalla legislazione vigente) il ruolo che le compete.