La bocciatura del Consiglio di Stato suona come musica per le orecchie di Confartigianato che proprio sulla richiesta di semplificare gli adempimenti economici e burocratici del decreto ha ingaggiato una lunga battaglia con il ministero dell’Ambiente.
Quella delle norme sull’uso dei gas fluorurati a effetto serra è infatti una vicenda che si trascina da molti anni e riguarda migliaia di aziende che utilizzano questo tipo di gas: dagli impiantisti agli autoriparatori. Ma anche tutte quelle attività che operano su apparecchiature di uso domestico e industriale contenenti i cosiddetti F-gas: pompe di calore, gruppi frigoriferi, condizionatori d’aria, lavatrici industriali, climatizzatori in abitazioni e su auto.
I gas serra, si sa, sono nocivi per l’ambiente e l’Europa nel 2014 ha emanato un Regolamento per disciplinarne le emissioni. Ma in Italia, come sempre, esageriamo con la burocrazia. E anche il decreto che recepisce le norme europee ne conteneva un bel po’. Tanto da ricevere lo stop del Consiglio di Stato.
E ora Confartigianato riparte all’attacco per chiedere al Ministero dell’Ambiente una adeguata semplificazione del decreto che, una volta corretto, dovrà tornare al vaglio del Consiglio di Stato per il sì definitivo e il successivo via libera finale da parte del Governo.